YogaItalia n° 76
Nonostante l'età molto avanzata ha continuato nella sua missione di monaco itinerante fino all’ultimo (seconda parte)
Suoi argomenti preferiti ahimsa, la non violenza, il brahmacharya, l'Auto-realizzazione, l'Uno senza un secondo dell'Advaita Vedanta. Quante volte ha parlato del Suo Maestro, il Mahatma Gandhi, quante volte si è sinceramente commosso ricordando la figura di questo Grande. Spesso, durante le conferenze parlava poco di Gandhi come persona, ma piuttosto poneva l'accento sulle religioni dogmatiche e fanatiche, che in nome dello Spirito creano dolore, separazione e morte.
La castità, brahamacharya, la vedeva come l'unica via verso la rinuncia totale e la totale Auto-realizzazione... non ha mai accolto l'idea del tantrismo. A Torino, l'anno passato, disse che su centinaia di migliaia di persone che "asseriscono" di praticare l'astinenza sessuale, forse solamente uno o due la realizzano in modo sincero. Ultimamente però, in un sat-sang durante l'ultimo seminario tenuto ad Assisi alla fine del settembre di quest'anno, pochi giorni prima di lasciare la Suo "giacchetta", ha addolcito in qualche modo il suo pensiero tante volte forse troppo rigoroso:
«che uno prenda o non prenda il voto di castità non è importante, ma è importante che viva sotto il controllo, con autocontrollo invece di seguire gli istinti. Il pensiero fa e disfa l'uomo: semina un pensiero e tu raccoglierai un atto, semina un atto e raccoglierai un carattere, semina un carattere e raccoglierai un destino. Tutto dipende dai nostri pensieri: pensieri, parole e opere...». La maggioranza delle persone seguono istintivamente, questo è un uomo, questa è una donna, mentre quando tu vedi non l'uomo o la donna ma l'anima, l'anima non è né maschile né femminile; nella Svetasvatara Upanisad si afferma: la tua anima non è né maschile né femminile, invece il corpo sì, quando l'anima funziona in un corpo femminile allora si dice femminile; il corpo è maschile o femminile, l'anima no, l'anima è universale. I figli? Oggi il problema è la sovrapopolazione. È tutta una cecità mentale ... esiste un romanzo divino, Yogananda ha scritto un libro, si chiama precisamente Romanzo Divino, l'anima è Dio, esiste un altro tipo di rapporto, ma per questo Dio deve diventare Reale ma per la gente ordinaria non è reale, il solo reale è uomo e donna. Come diceva Gesù «beati i puri di cuore perché essi vedranno Dio».
Da Monaco domenicano qual’era stato, non avrebbe mai potuto trovare una via differente verso l'Auto-realizzazione se non quell'integrazione totale nel Sé passante proprio attraverso il cammino della rinuncia totale ...
L'Auto-realizzazione, di cui ha diffusamente parlato nel Suo ultimissimo libro di solo qualche anno fa, Controllo della mente per l'Autorealizzazione (Sat Cit Ananda Edizioni 2010), l'unione con l'Uno senza un secondo, anzi l'identificazione in questa vita, nel qui e ora con l'Uno, l'Assoluto, il Tao, Allah, Iddio, Brahman. Ripeteva spesso un brano tratto dalla Bhagavad Gita:
«tra mille, forse uno mi cerca e tra mille che mi cercano forse uno solo mi conosce come realmente sono».
Sì, Padre Anthony ha proprio realizzato questa meta finale, l'avevo percepito già qualche anno fa, quando sentivo la calma, la serenità di quell'Oceano sconfinato del Sat Chit Ananda nel quale prima o poi confluiscono tutte le "acque" di questo mondo. La quantità di persone che attraverso il Padre ho potuto conoscere in questi anni è grande... di varia estrazione, di varia provenienza, tutte però animate dall'unico desiderio di migliorare la loro vita, di crescere nella conoscenza e nell'Amore. La parola "stanco" non esisteva nel suo vocabolario e quindi, nonostante l'età e gli acciacchi naturali del Suo corpo, continuava a ripetere che il Suo veicolo, la Sua macchina funziona ancora bene, e ha continuato nella sua missione di Monaco itinerante fino all'ultimo... si potrebbe benissimo dire che ha lasciato il suo "cappotto" in bellezza, adempiendo fino all'ultimo al suo compito, quello di portare il piano divino sulla Terra, nell'unione compiuta col Sat Chit Ananda, con l'Om, con Dio in quella realizzazione del Maha Samadhi che solo pochi Esseri possono realizzare in modo totalmente consapevole. Forse la Sua conoscenza enciclopedica non era proprio esatta nei singoli dettagli come i vari esperti dei diversi settori riportano, ma di sicuro ha cercato quella sintesi che accomuna tutti, quel diffìcile sentiero basato sulla tenue ricerca del passaggio comune a tutti gli altri percorsi, quella dimensione di estrema precarietà – si autodefiniva un avanguardista, un precursore di un cammino nuovo – di chi è alla ricerca della Verità nel tutto. Difatti il Suo pensiero non si è fermato al cattolicesimo, lo ha studiato, compreso, ma poi l'ha oltrepassato e integrato entrando in contatto col buddhismo, con lo yoga di Patanjali, con il sufismo e il bahaismo, con la teosofia e con tutte le scuole di pensiero filosofico e spirituale aperte verso la comprensione reciproca.
Oltre alla sua grande mole di Sapienza, ci ha elargito in questi anni tantissima Saggezza, condita con l'Umiltà di chi conosce ma non vuol far trapelare la sua dimensione e soprattutto ci ha condotto alla possibilità di accedere individualmente al cammino che porta all'autorealizzazione. Le parole che elargiva durante le conferenze non erano che il mezzo attraverso le quali poteva penetrare nei Cuori della gente... era un altro il Suo messaggio principale, totalmente intriso d'Amore e di Bontà. Se Lo si avvicinava per fargli delle domande, spesso queste rimanevano deluse e qualcuno riusciva anche a dire che non aveva compreso bene o che fosse “sordo...” ma le risposte erano invece sempre puntuali e precise e rispondevano alle necessità dell'anima piuttosto che a quelle della mente razionale. Ora tocca a noi tutti, che abbiamo avuto la fortuna di incontrare questo Grande, portare avanti il Suo messaggio, ognuno attraverso i suoi metodi e le sue peculiarità, nei vari campi, del lavoro, dell'insegnamento, nel mondo della sofferenza e del dolore, tra i politici, tra gli emarginati, in tutto il mondo, in tutte le lingue, in tutte le religioni... il messaggio è sempre quello di Papa Giovanni XXIII - «Figlioli miei, cercate quello che unisce più che quello che divide» - e del Mahatma Gandhi... i vari percorsi che Padre Anthony individuò nel Mandala degli otto sentieri portano inevitabilmente alla cuspide di quella montagna sulla cui vetta alberga lo Spirito Assoluto del Sat Chit Ananda. Con devozione e riconoscenza... io sento ancora la Sua voce che alla fine di ogni conferenza diceva: «cari fratelli, io mi fermo qui, sono qui per ascoltare e imparare da voi, andiamo avanti».
(la prima parte è stata pubblicata sul numero 75)

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