Questi corpi dello Spirito eterno, indistruttibile, illuminato, son detti perituri...
Non nasce né muore mai; né avendo esistito cessa di esistere, mai più.
Non nato, perpetuo, eterno, antico, non è ucciso quando il corpo è ucciso.
Bhagavad Gita, 2, 18-20
1. La Beatitudine suprema non può esser sperimentata nel contatto dei sensi coi loro oggetti. Lo stato supremo è quello in cui la mente è annullata per mezzo di una ricerca focalizzata.
2. La gioia prodotta dal contatto dei sensi coi loro oggetti è inferiore. Il contatto con gli oggetti è schiavitù, l'affrancarsene è liberazione.
3. Giungi allo stato puro tra l'esistenza e l'inesistenza e restaci; non accettare né respingere il mondo esteriore né quello interiore.
5. Il credere a un conoscente e a un conosciuto è schiavitù; il conoscente è prigioniero del conosciuto; è liberato se non c'è nulla da conoscere.
10. Chi medita sullo stato che è confine tra la veglia e il sonno, sperimenta direttamente un'ananda (beatitudine) incorruttibile.
Yoga Vasishta Sara, cap. X, 'Il nirvana'
Asato ma Sat gamaya
Dall'irreale conducimi al Reale
Tamaso ma Jyothir gamaya
Dalle tenebre conducimi alla Luce
Mrtyor ma Amrita gamaya
Dalla morte conducimi all'Immortalità!
Brhadaranyaka Upaniṣad, 46, IV
1. Atmaivedamagra asit purusavidhaha
So anuviksya na anycilh atmano apasyath.
Sa aham asmithyagre vyahrath, tato aham anamabhavath;
thasnzadapyetharhminthritho aharnayamithyevagra ukthva athanyannama prabhrute yadasya bhavati;
sa yatpurva asmathsarvasrnath srvanpapmana ausath thasrnatpurusaha, osatlziha vai sa tham yo asmath purvo bhubhhusathi ya evam veda.
In principio esisteva solo l'Atman (il Sè Cosmico immanente) nella forma dell'uomo Cosmico (Purusha) - Guardandosi attorno non poteva vedere che Sé Stesso. Allora, Esso pronunciò questa parola: IO SONO (la Parola delle parole, il Logos): IO SONO TUTTO QUESTO. Da questa affermazione nacque il termine IO (Aham) - Quindi ancor oggi, quando si chiama qualcuno, la risposta è "sono io", e solo dopo vengono gli altri nomi. Viene chiamato Purusha ("il Signore della Città": Puru = città e Sa = Signore: della "città dalle nove porte" che è il corpo umano coi suoi nove orifizi). Chiunque concepisce l' "io" in questo modo, brucerà tutti i mali.
Nella cosmogenesi delle Upaniṣad, l'universo non è che il riflesso del Sé Cosmico, l'Oceano di IO SONO. La rivelazione mosaica sul Sinai: "Io sono Colui che Sono; Colui che si chiama Io mi ha mandato a te") si avvicina molto al concetto che solo l'Io Cosmico è reale: il Dio di Mosè, d'Abramo, d'Isacco, di Giacobbe, di Maometto e di Abu Bekr. Nella tradizione zoroastriana la sola Realtà è il Sarvan Akaran, la Causa Incausata di Tutto; il conflitto tra il Bene e il Male, simboleggiato nella lotta tra Ormuzd (Ahura Mazda) il principio del Bene e Ariman il principio del Male, Satana, incomincia con la Creazione la quale, nella tradizione indoariana, è solo la proiezione di nomi e di forme su quest'Oceano di IO SONO, ossia l'Atman immanente in tutto l'Universo, che pure lo trascende come Brahman. Il conflitto tra Bene e Male si risolve solo nel Sé Cosmico, nell'IO SONO, dove son trascese tutte le forme di dualità nella coscienza unificante dell'IO SONO. Portarsi in Essa e rimanerci è Liberazione, Illuminazione e Beatitudine ineffabile.
La materia primordiale (coi suoi corpi fisico, sottile e causale) è peritura; invece Dio (il Brahman insieme col Suo potere creativo, Maya) è imperituro. Dio soltanto è Colui che governa sia la materia peritura sia le anime individuali. Il solo modo di metter fine ad ogni sorta di illusione (prodotta dalla Maya) è la meditazione su Dio, lo sforzo di andare a Lui ed unirsi; identificarsi con Maya, il potere creativo, getta un incantesimo su tutti gli esseri che nascono, presentando loro il mondo illusorio come reale e il mondo Reale come illusorio. Quest'illusione cosmica opera in ogni campo della vita. Il centro e la circonferenza dell'illusione è l'ego, la coscienza dell'"Io" che, separandosi dall'Eterno e da ogni altro essere, spinge a condurre una vita incentrata sull'ego, con i conseguenti errori e passioni che stringono viappiù all'illusione cosmica. Ignoranza, egoità, dolore, maya sono sinonimi, relativi a vari modi di considerare il mondo irreale mutevole e perituro. Il solo modo di liberarci dai lacci dell'illusione è la meditazione e la riflessione, che il Vedanta chiama manana. La Manana è la seconda delle tre fasi: Sravana, Manana e Nidhidyasana: ascolto, riflessione o meditazione sulla parola di Dio, esperienza e, finalmente, Realizzazione delle verità ascoltate, sulle quali si va meditando. Occorre valicare il mondo delle dualità con la contemplazione unitiva, trascenderlo con la meditazione, discriminando tra l'irreale ed il Reale, tra l'effimero e l'Eterno in modo da troncare le pene della dualità e della molteplicità.
11. Jnatva devam sarvapasapahanihi
Ksinaì ha kleshairjanmamritiyuprhanihi
L'apparire della conoscenza unitiva di Dio spezza tutte le catene (del nostro Cuore). Tale conoscenza dissipa l'ignoranza ed arresta la ruota delle nascite e delle morti. Superando la coscienza del corpo (l'identificazione col corpo mortale) sulla via della meditazione si raggiunge il terzo stadio, che è la signoria su tutto il Creato. Identificandoci con Dio, che è l'Uno senza secondo, tutti i desideri del Cuore sono esauditi. Poiché nel sonno profondo svanisce la mente conscia, e riappare negli stati di sogno e di veglia, è evidente che la mente continua ad esistere sia consciamente sia inconsciamente in questo dato corpo o in qualche altro stato incarnato. Quando la coscienza vive in un corpo limitato, che è venuto al mondo alla nascita e che sparirà con la morte, è nel mondo dell'illusione e si muove in esso, accettando come finale e reale la molteplicità e le dualità del mondo. Questa ignoranza spirituale nata dall'identificazione coll'involucro corporeo e colla mente è la causa del Samsara, dell'incessante trasmigrazione dell'anima da un corpo all'altro, da una nascita all'altra. Questo processo può essere arrestato solo dai raggi della conoscenza del Sé, da raggiungere mediante la ricerca di "chi sono io?" e la scoperta della nostra innata identità col Reale, con l'Eterno, con Dio; scoperta che mette fine a tutte le nostre pene ed ai nostri pianti. La sola via alla Liberazione è la contemplazione unitiva, che trascende il mondo pluralistico con la meditazione e la discriminazione tra il Vero e il falso.
12. Etat jneyant nityam eva atmasarnstham
Nata/la paramveditavyam lii kincith
Bhokta bhogyam preritaratfl cci matva
Sarvam prolctam trividham brahmametat.
Si deve sapere con certezza che Dio esiste eternamente come nostro Sé interiore. Oltre a ciò non c'è assolutamente nulla da conoscere; ma dobbiamo averne conoscenza sperimentale. Con la meditazione si può giungere a realizzare che la mente, la materia e la Maya (il potere conscio soggettivo, i fenomeni oggettivi e il potere che lega soggetto e oggetto), sono tre aspetti dello stesso Brahman, della Realtà.
Svetasvatara Upaniṣad, Parte quarta
OM Pūrnam-Adah Pūrnam-Idam Pūrnāt-Pūrnam-Udacyate
Pūrnasya Pūrnam-Ādāya Pūrnam-Eva-Avashissyate
OM Shāntih Shāntih Shāntih!
Questo (Supremo Io) è pienezza (infinita), Questo (Universo) è pienezza (infinita). Da questo Io infinito (l'Assoluto), l'Incondizionato, è uscito (emanato) questo cosmo (il relativo), il condizionato. Tratto questo Infinito da quell'Infinito (l'Assoluto), ciò che ancora rimane è l'Infinito. OM, Pace, Pace, Pace!
Il profeta upanisadico dalle vette supreme della visione contemplativa pronuncia certe frasi che, per il comune volgo, suonano senza senso, mentre per gli studiosi esprimono la massima saggezza divina.
In questo verso di apertura ci viene detto che l'Assoluto e il relativo, l'Essere incondizionato e il divenire condizionato, non sono che le facce della stessa medaglia. Non esiste null'altro che Una Suprema Realtà, il Brahman, l'Universo oggettivo, l'Ātman, l'Io Universale Soggettivo, realizzato psicologicamente dal saggio attraverso la disciplina interiore e un'intensa concentrazione meditativa. L'universo altro non è che Brahman, e il Brahman altro non è che l'Ātman, e Brahman e Ātman insieme rappresentano l'Essere assoluto, la Realtà suprema considerata da due diversi punti di vista. L'Infinito non ha parti, poiché è Uno, l'Uno senza secondo e, come tale, lo scaturire dell'universo non sottrae nulla all'infinità dell'Essere supremo. Sebbene, empiricamente, all'esperienza sensoriale si presenti una dualità apparente fra l'Essenza infinita di Dio, l'Assoluto, l'Ātman e il Cosmo, parlando in termini ontologici e di realtà, c'è un'assoluta identità fra il Cosmo e la Realtà assoluta.
52 (23). Na ayam āttnā pravachanena labhyo
Na medhayā ira bahunā srutēna
Yam evai esha vrunute tena labhyah
Tasyai eshā ātmā vivrunute tanūm svām.
Attraverso il solo studio delle scritture o con l'erudizione non si può realizzare la Superanima, e nemmeno tramite l'intellettualismo accademico, né i dibattiti in aula. Ma colui il quale Lo cerca appassionatamente, riesce a conoscere Dio. Egli manifesta infatti Sé stesso a questi devoti (aspiranti ardenti), che hanno sete di Lui.
Iṣa Upaniṣad
33 (1). Avih sannihitam guhacharam nama
Mahat padam atra etat samarpitam
Ejat pranam nimisha cha yad etat janatha sada
sadvarenyam param vijnanad yad varishtham prajnanam.
La Superanima è di per sé auto-luminosa e regna nel Cuore di ogni uomo. Essa è il fine supremo di tutto. Nel grembo del Sé si muove e prende vita tutto, ciò che muove e ciò che è immobile nell'Universo. Dentro di Lui vive ogni cosa, grezza o sottile che sia. Egli trascende il pensiero logico e quello discorsivo. È l'Altissimo, oggetto del massimo desiderio, e conoscerLo significa trovare la Vita Vera.
34 (2). Yadarchimadyadanubhyo'nu cha
Yasmim loka nihita lokinashcha
Tadetadaksharam brahma sa pranastadu vanmanah
Tad etat satyam tad amrutam
Tad veddavyam somya viddhi.
Più lucente della luce, più sottile del sottilissimo ecco come è il Sé sul quale sono fissate le galassie e tutti coloro che le abitano, come i raggi della ruota sono fissi all'asse. Questa Superanima si chiama Brahman imperituro ed è la Vita di ogni vita. Egli è esistenza stessa, brillante, vera, immortale. Ed è proprio questa Superanima che tu, coraggioso discepolo, devi sforzarti di comprendere, facendo sì che il tuo Cuore miri a quest'unico bersaglio.
36 (4). Pranavo dhanuh sharo hyatma brahma tat lakshyam uchyate,
Apramattena veddhavyam sharavat tanmayo bhavet.
L'arco simbolizza l'AUM. La freccia indica l'intelletto volto in un'unica direzione con la mente ed il Cuore. Ātman è il bersaglio. Colui il quale si sarà liberato dal desiderio di godere degli oggetti esterni, potrà aspirare totalmente al Brahman e identificarsi con lui, al pari della freccia che, colpendo in pieno il bersaglio, diventa con esso una cosa sola. Si vuole qui indicare che si potrà desiderare il Brahman al punto di poterLo conquistare, soltanto quando le passioni si saranno placate e sarà caduto il desiderio degli oggetti esterni raggiungendo la tranquillità del nostro cuore.
37 (5). Yasmin dyauh pruthivi cha anatarikshamotam
manah saha pranaishcha sarvaih
Tamevaikam janatha atmanamanya vacho
vimunchath amrutasyaisha setuh.
I cieli, la terra e le aree interposte dello spazio sterminato hanno tutti come fulcro il Sé. Sappiate che anche mente e sensi e tutti gli organi vitali, sono stati elaborati in questo Sé. Battetevi per conoscere Lui soltanto, tutto il resto è vano. Egli è il ponte (fra questa terra di mortali e spiagge più lontane) dell'Immortalità.
Mundaka Upaniṣad Canto 11
1. Om ityetadakṣaraṃ idaṃ sarvaṃ tasyopavyākhyānaṃ
bhūtaṃ bhavad bhaviṣyaditi sarvam Omkāra eva.
Yaccānyat trikālātītaṃ tadapyomkāra eva.
L'intero Universo non è altro che AUM, sillaba simbolica imperitura che sta per Brahman. Tutto ciò che è esistito, tutto ciò che esiste e che esisterà è in realtà AUM. Qualsiasi cosa si pensi sotto spoglie di presente, passato o futuro, è anch'essa AUM. Esiste un'unica, singola Realtà nell'Essere supremo che, racchiuso entro i fattori limitati e condizionanti dei sensi e del ragionamento ristretto basato sulla vita dei sensi, appare, sotto forme diverse e molteplici aspetti, tutti ridotti entro le categorie di tempo, spazio e causa, nonché entro quelle di nomi e forme. Ciò che trascende ogni limitazione e classificazione di nomi e di forme, di tempo, di causa e di spazio, che sta al di là del passato, del presente e del futuro, è questa Realtà singola, l'Essere unico, l'Essenza di Dio, Dio stesso che prende i vari appellativi di Allah, Elohim, Tao, Brahman, Ātman e AUM, che è il simbolo vedico vibrante dell'Essere infinito che è Brahman. Al di fuori di questo non esiste nient'altro, e l'Universo intero, il cosmo, non è se non un Brahman condizionato e imprigionato entro forme e nomi.
2. Sarvaṃ hyetad brahmāyamatma brahma so'yamatma catuṣpāt.
Il cosmo è Brahman. L'Io stesso è Brahman. (Il cosmo oggettivo è l'Uno, il Brahman e l'anima soggettiva è anch'essa Brahman, sia il mondo interiore sia quello esterno sono Brahman, Ātman, Superanima). Questo Io presenta quattro stati diversi di essere. (Il Brahman esiste in quattro modi, quattro stati di consapevolezza mentale).
Māṇḍūkya Upaniṣad